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vita di coppia, relazioni, riflessioni sulla coppia, partner, aspettative, complicità

Relazione di coppia: come elevarla - una riflessione a riguardo

crescita personale mindset Nov 29, 2021

Le relazioni di coppia non sono un tema di mia diretta competenza; Negli ultimi mesi, però, mi è però capitato di riflettere molto e di lavorare, soprattutto da sola, sulla mia relazione. Nel mio ultimo podcast - che lascio qui sotto - condivido le mie riflessioni che riassumo anche in questo articolo.

 

 

Perché una riflessione sulla vita di coppia

In quanto health&mindset coach mi capita spesso di ascoltare dalle mie clienti riflessioni sulla loro vita di coppia. In molte di queste, il problema sembra essere la mancanza di elementi importanti: l’ascolto, la comprensione, il supporto o, magari, la complicità.

Tutto quello che raccontavamo sulla community e sul sistema di supporto - in questo articolo - si applica anche alla nostra vita di coppia: le nostre relazioni sono fondamentali e, in quanto esseri sociali, abbiamo bisogno di connessioni profonde. Queste necessitano di tanto lavoro, soprattutto quando diventano sempre più transazionali come quando si fonda una famiglia e c’è un rimescolamento delle priorità.

 

La mia esperienza degli ultimi mesi

Qualche mese fa anche io ho iniziato un percorso con un coach pensando di aver bisogno di supporto prevalentemente per tematiche legate al mio business. Invece all’inizio mi sono ritrovata a parlare quasi esclusivamente della mia relazione. A quanto pare era impensabile avanzare nel mio business senza cambiare prima il mio mindset e il modo di gestire le mie relazioni quotidiane.

La domanda chiave è stata per me: come posso mettere la mia relazione al primo posto continuando a crescere, evolvere e sviluppare in maniera indipendente il mio potenziale?”

In passato a volte mi sono sentita un po’ costretta e ristretta nelle mie relazioni. Temevo che vivere quella relazione mi avrebbe vincolata nelle mie scelte, azioni e progetti. In alcuni casi mi sono addirittura sentita inadeguata perché avrei voluto fare di più per l’altro, ma non avevo gli strumenti per poterlo fare non sapevo come compensare come andare a soddisfare i bisogni emotivi dell'altra persona. Più recentemente, mi è capitato di sentire di meno la connessione forte con il mio partner. 

A questo punto, osservando la mia relazione e la mia quotidianità, ho realizzato l’importanza dell’intenzionalità e del lavoro proattivo, a partire da me stessa.

 

Si può – e si deve – iniziare da soli

Può sembrare controintuitivo, ma per lavorare sulla mia relazione di coppia ho iniziato a lavorare su me stessa. Il motivo per cui ciò ha senso è una questione di consapevolezza: l’altro può non realizzare il bisogno di cambiamento nello stesso momento in cui lo realizziamo noi e, magari, non sente nemmeno il desiderio profondo di cambiare le cose. I bisogni emotivi della coppia non sono in sincronia proprio perché la coppia è formata da due individui.  

È bene ricordarsi che, in quanto coppia, facciamo parte della stessa squadra e abbiamo una volontà comune di creare qualcosa, un progetto a lungo termine. Attaccare l’altro, lanciare frecciatine e far pesare il “non stare facendo abbastanza” é controproducente.  

Per questo non c’è nulla di male ad essere i propulsori per iniziare il cambiamento. Magari senza grandi aspettative, iniziando a lavorare sulla nostra parte dell’equazione e soprattutto, adottando un approccio di compassione, di vera e propria grazia.  

 

Superare l’approccio “perché devo sempre iniziare io”

Prendere iniziativa richiede tante energie e forza di volontà. Ma farlo è necessario per due motivi.

Prima di tutto, perché se l'altra persona non lo fa e anche noi decidiamo di non farlo non andiamo da nessuna parte. Non avanziamo e anzi, rischiamo di retrocedere.

Poi perché una relazione di coppia non include solo la relazione tra le due persone ma anche il modo in cui noi, individualmente, decidiamo di interagire con quell'altra persona e di “essere” in quella relazione.  Il nostro approccio alla relazione diventa parte della nostra identità.

Alla domanda chi voglio essere nelle mie relazioni più importanti?” mi sono risposta: “una persona generosa e presente, che dia il buon esempio e che sia d'ispirazione per l’altro”.

Per me è fondamentale seguire ogni giorno i miei valori nelle mie relazioni: con mio marito, con i miei figli, ma anche con le mie clienti e le persone con cui interagisco. In questo modo anche se il coinvolgimento dell’altra persona nel migliorare la nostra relazione è scarso o nullo io so di stare migliorando la relazione con me stessa, vivendo una vita coerente con i miei valori.

L’impatto positivo che abbiamo su noi stessi non è fine a se stesso ma induce una reazione a catena, percepibile anche nelle relazioni con l’altro. Banalmente, ma non troppo, se stiamo bene con noi stessi stiamo bene con gli altri.

 

L’importanza di onorare l’individualità dell’altro

La seconda regola d’oro è il rispetto per l’individualità dell’altro. Una scoperta dell’acqua calda più semplice a dirsi che a farsi.

In passato tendevo ad avere un approccio di “controllo” verso l’altro, quasi volessi cambiarlo. Ero ferma nel mio modo di vedere le cose, magari con i paraocchi, a mente non proprio aperta. Il diverso da me era automaticamente non compatibile.

Con il tempo, e anche grazie a mio marito, ho imparato ad apprezzare la bellezza e la libertà di lasciare che l’altro sia sé stesso pienamente. Può capitare che io non condivida il 100% delle decisioni che prende mio marito, magari nel modo in cui gestisce il suo tempo, i suoi soldi o le sue energie. Tuttavia, mi spingo ad incoraggiarlo e supportarlo con sincerità perché so che la libertà porta libertà.

Io voglio essere libera di esprimermi, voglio crescere ed emergere per quella che sono. Perché dovrei mai precludere lo stesso ad un’altra persona?

Se il primo passo è lasciare che l’altro esprima la propria individualità, il secondo è certamente di celebrarla. Imparando a riconoscere l’altro, troveremo sicuramente il modo di celebrare e supportare il suo modo di fare e di essere.

Se vuoi sentire qualche esempio tratto dalla mia vita di coppia, e come io e mio marito abbiamo trovato un nostro equilibrio, ascolta il mio podcast!

 

Expectation Management – Gestire le aspettative

La gestione delle aspettative è un terzo punto fondamentale. Nell’ultimo anno, con la crescita del mio business, è cambiato molto il modo in cui io sono presente a casa. Negli ultimi anni sono passata da “100% mamma” ad una redistribuzione dei miei spazi e tempi per il mio lavoro, dato che i miei bambini hanno iniziato ad andare a scuola.

La fase di transizione ha indubbiamente impattato mio marito e indubbiamente sono sorte delle discussioni, che io ho interpretato come una “mancanza di supporto” da parte sua per il mio lavoro e il nuovo impegno che dovevo quindi dedicarvi.

Una reazione poco corretta da parte mia, soprattutto pensando che proprio lui mi ha incoraggiato a lasciare il mio lavoro in corporate finance e dedicarmi al benessere a 360 gradi – trovi la mia storia qui e nel podcast a questo link.

"Involontariamente desideravo che lui fosse il mio cheerleader in ogni momento."

Ma questa era sicuramente una gestione sbagliata delle aspettative reciproche. Ho capito col tempo che io posso continuare a lavorare sul mio business senza necessariamente dover condividere con lui ogni singola cosa, allo stesso modo in cui lui non condivide ogni singola cosa del suo lavoro con me. Non perché non ci sia interesse reciproco, ma perché sarebbe palesemente oltre quello che l’altro può sopportare e supportare con sincero entusiasmo.  

 

Non possiamo coprire tutti i ruoli in una coppia

I nostri compagni, mariti o fidanzati non possono essere tutto per noi: i nostri amanti, i nostri migliori amici padri perfetti per i nostri figli, i nostri business coach, i nostri mentori, nostri fitness trainer, ecc.  Anche loro sono persone con le loro problematiche e le loro giornate no, che noi possiamo e dobbiamo solo accettare con empatia e compassione. E lo stesso vale per noi dal loro punto di vista.

Cambiando prospettiva, ho capito che il lavoro è una parte della mia individualità che porto avanti a prescindere da chiunque altro. La sua validazione continua, quindi, passava in secondo piano e toglieva pressione da lui, ridimensionando le aspettative.

 

Tutti abbiamo i nostri tasti dolenti

Accettare l'altro significa imparare a conoscerne i meccanismi di innesco.

Se noi non siamo perfetti, e abbiamo bisogno di lavorare su noi stessi, come può esserlo l’altro? Ognuno di noi è una vittima di qualche tipo di trauma, un accaduto che ci ha segnato e che determina alcuni comportamenti e reazioni. Esiste quindi un trigger – un “grilletto” – che innesca quella reazione perché ci ricorda un evento passato.

Quando mi vengono fatte certi tipi di critiche, ad esempio, vengono premuti dei pulsanti su dei sensibili per me e tendo a reagire in modo assolutamente difensivo. Sono esperienze radicate nel nostro subconscio che possiamo controllare solo lavorandoci intenzionalmente.

Lo stesso vale per l’altro e per i suoi tasti dolenti, per i suoi grilletti che innescano reazioni discutibili. Quando conosciamo l’altro e riconosciamo questi grilletti possiamo intervenire nell’unico modo possibile: con empatia, compassione e comprensione perché è evidente che ci sono ancora parti del subconscio su cui l’altro non ha ancora lavorato.

 

L’altro e noi stessi: essere presenti

  • Comprensione, empatia ed essere presenti senza aspettative, facendo il primo passo.
  • Amare qualcuno come un modo di essere che va al di sopra dei nostri bisogni immediati.
  • Farlo celebrando l’individualità reciproca, imparando a conoscere l'altro e tenendo sotto controllo le aspettative.

Riassumerei cosi quello che io imparato negli ultimi mesi e a ciò attribuire la ragione per cui sento che la mia relazione con me stessa e con il mio partner migliora quotidianamente. Sperando che questo flusso di pensieri abbia stimolato in te la riflessione, ti lascio con una domanda:

Hai già iniziato una riflessione su te stessa e sulla tua relazione con il tuo partner e con le altre persone presenti nella tua quotidianità?

Che tu non abbia ancora iniziato a rifletterci, o che tu abbia già trovato dei punti da aggiungere alla mia riflessione, sarei felice di parlarne con te. Contattami su Instagram, mi trovi come @healthybusylife!

 

 

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