Sindrome dell'impostore: cosa è e come superarla
Nov 26, 2021Nell’ultima puntata dell’Healthy Busy Life Podcast ti racconto alcuni aneddoti ed esperienze personali per farti capire quanto sia permeante e a volte invalidante soffrire della sindrome dell’impostore. In questo articolo, riassumo per te quali sono i segnali che indicano che potresti soffrirne e alcune strategie per superarla o gestirla al meglio.
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Cos’è la sindrome dell’impostore?
La sindrome dell’impostore - o imposter syndrome - é l'idea, piuttosto invadente e pressante, che qualsiasi successo tu stia realizzando lo abbia ottenuto per caso o per fortuna e non perché tu abbia del talento o perché tu ci abbia lavorato duramente. Questa si manifesta con la sensazione per cui, qualsiasi sia la situazione in cui ti trovi, non senti di meritarti di essere lì e non ti senti di essere l'altezza: ti senti, per l’appunto, un impostore. A questa si associa l’ansia, l’insicurezza e la paura di fallire di chi sta per essere “scoperto”.
Nel mio podcast ti racconto qualche aneddoto della mia vita, di quando, allora diciottenne, sono stata ammessa al Collegio dei Cavalieri del Lavoro, un collegio di merito aperto ogni anno a 15 universitari provenienti da tutta Italia ai quali, dopo una serie difficile di prove, viene offerto vitto e alloggio nella capitale per i cinque anni universitari. Se ti incuriosisce, ti lascio qui il podcast per ascoltare:
Perché prima non avrei potuto raccontarti la mia storia
Quando ascolterai il podcast, capirai ancora meglio. Sappi però che anche solo descrivere in modo netto e chiaro cosa sia il Collegio - una istituzione “di merito”, che aveva scelto “me” per uno di quei 15 posti - non sarebbe stato possibile dieci anni fa. Non avrei mai permesso a me stessa di esprimere con gratitudine ma anche a cuor leggero, come mi sentivo relativamente a quel successo. Nella mia testa continuavo a pensare: “Questi miei successi sono in realtà frutto di sola fortuna, prima o poi “mi acchiapperanno””.
Per questo, molte delle persone che vivono la sindrome, fanno fatica non soltanto a riconoscere i propri successi ma anche accettare anche complimenti. Non si tratta di una falsa umiltà, ma non riuscire a credere neanche ad un complimento perché intanto nella loro testa i pensieri somigliano a questo: “Tu dici che io sono brava, tu dici che io ho talento, in realtà io non ci credo. In realtà tu ancora non sai che io sono un impostore, che ho una paura folle che a un certo punto mi scoprirai per quella che sono veramente”.
Come capire se soffri della sindrome dell’impostore
La buona notizia è che la sindrome dell’impostore è gestibile ed arginabile. Prima di passare alle possibili soluzioni vorrei aiutarti a capire se la sindrome interessa anche te. Questi sono degli esempi, in cui ti potrebbe capitare di riconoscerti:
- Senti di non meritare i tuoi successi ma pensi che siano dovuti al caso o alla fortuna. Per questo, hai paura di essere scoperta come una truffatrice.
- Tendi a sminuire i feedback positivi o i complimenti che ti vengono fatti.
- Sei una perfezionista, ed hai degli standard estremamente elevati ed è difficile che tu ti senta soddisfatta dei tuoi risultati.
- Devi sapere tutto su un argomento prima di poter cominciare un progetto. Se non è così, preferisci procrastinare con un lungo lavoro di preparazione, invece di mettere subito le mani sul nuovo progetto.
- Non ti candidi per una posizione di lavoro a meno che tu non abbia il 100% dei requisiti richiesti nella descrizione del ruolo.
- Soffri della sindrome da superwoman. Devi quindi lavorare e fare di più di chiunque altro, proprio per dimostrare che non sei un impostore, e senti di dover raggiungere il successo in ogni area della tua vita. Quando magari poi fallisci nell’essere al 100% in ogni area della tua vita, perché umanamente impossibile, ti carichi di ansia e di disagio.
- Pensi che, se per fare qualcosa ti ci vuole troppo tempo e troppo sforzo, non ne sei all'altezza.
- Ritieni che se non hai un talento naturale in qualcosa allora non sei abbastanza per poter essere in una determinata situazione.
- Hai spesso un fixed mindset, ovvero una mentalità fissa, e non credi che la tua intelligenza, le tue abilità, le tue conoscenze e capacità siano modificabili.
Alla base della sindrome dell’impostore c'è un’emozione complessa: la vergogna
La vergogna è una emozione difficile da gestire e sulla quale è piuttosto difficile lavorare. A differenza, per esempio, dei sensi di colpa che sono legati ad un comportamento – quando sbagliamo qualcosa o manchiamo di farla, ad esempio - la vergogna è strettamente legata alla nostra identità. “Se sbaglio è perché sono sbagliata”.
Tuttavia, la vergogna, secondo la Dr. Brené Brown dell’università di Houston, Texas, è come un gremlin che non riesce a sopportare la luce. Quando sentiamo l'impasse della sindrome, quando proviamo quel senso di vergogna e pensiamo di essere sbagliate l'unica cosa che possiamo fare é mettere questa emozione in luce. Rompere il silenzio, parlarne, raccontarci le cose come stanno.
Perché non è tutta una questione di come ti senti
Il problema più grande è che quando pensiamo che quello che noi riusciamo a realizzare non dipenda da noi ma dalla fortuna o dal caso, perdiamo il controllo sulla nostra vita, neghiamo il nostro potere e ci priviamo dell’intenzionalità che invece ci aiuta ad uscire dalla comfort zone, a metterci in gioco e a crescere. Ci convinciamo di non potere di cambiare le cose nella nostra vita e ci blocchiamo in una posizione di inerzia e di paura.
Approcci pratici per combattere la sindrome dell’impostore
Per far luce sulla vergogna bisogna quindi in primo luogo agire. Ecco dei consigli pratici per aiutarti a smettere di pensare come un impostore e quindi smettere di agire come un impostore.
- Individua il problema e generalizzalo. Chiediti quali sono le situazioni nelle quali ti senti un impostore, in cui ti senti inadeguata e pensi che tutti gli altri siano migliori di te e che prima o poi la verità verrà allo scoperto.
Ricordati poi che il 70% delle persone ne soffre esattamente come te. La maggior parte delle persone che tu pensi siano più capaci di te probabilmente pensano di te la stessa cosa. Prendine atto e ridimensiona quello che provi, separando le emozioni dai fatti.
- Sforzati di sviluppare una buona risposta al fallimento. Siamo esseri umani e ovviamente sbagliamo. Non c’è dubbio che tu possa avere avuto dei fallimenti nel passato. Tuttavia, rifletti: l’impatto di questi fallimenti nella tua vita è stato così grande? Probabilmente no.
Cerca di abbandonare la paura del fallimento e trasformarla in curiosità di imparare. Questo è ciò che ti permette di cambiare prospettiva. Accettare il fallimento significa trovare anche gratificazione nel rispondere con “non lo so”, nell’apprezzare le critiche costruttive e non dover trovare costantemente giustificazione ai propri comportamenti e fallimenti con atteggiamento difensivo.
- Cambia le conversazioni che hai con te stessa. Smetti di raccontarti che quello che ti capita o ti è capitato, che i traguardi che hai tagliato siano frutto del caso. Indubbiamente il contesto ha un suo ruolo, ma saper cogliere le opportunità quando si presentano fa parte delle tue capacità, ed è questo che fa - ed ha in passato fatto – la differenza.
- Visualizza il tuo successo. Gli atleti prima di una gara, visualizzano e ripetono i movimenti necessari a portarli alla vittoria. Fare lo stesso, immaginandoti nelle situazioni di successo nella vita presente e futura, ti permette di sentirti realizzata, felice e soprattutto ti ricorda che hai tutte le capacità di realizzare la tua visione.
La visualizzazione aiuta a forgiare un mindset positivo che ti permette di agire anche quando non ti senti sicura al 100%. La tecnica è detta anche “fake it ‘till you make it” – fai finta finché non lo stai facendo per davvero, finché impari a farlo. Il coraggio si manifesta nel momento in cui decidi di rischiare. E anche se così sembra, sappi che non stai truffando nessuno ma stai coinvolgendo le tue energie verso un obiettivo importane anche quando non hai tutte le risposte, tutte le competenze e le risorse che magari ti servono. Quelle, infatti, arriveranno proprio quando l’ingranaggio sarà in movimento, quando ti starai già dando da fare.
Se non è quotidiana, la sindrome dell’impostore è un indicatore positivo
Se ti capita ancora di tanto in tanto di rispecchiarti nel ruolo dell’impostore, magari in concomitanza di momenti di crescita, potrebbe anche essere un “sintomo” positivo. Questo indica infatti che la tua area di comfort si sta ampliando che stai portando avanti progetti più grandi e che stai abbandonando un’area familiare in favore della tua crescita. Ma se questa sensazione diventa quotidiana e debilitante – perché l’ansia e il disagio ti accompagnano quotidianamente, è il caso di agire.
Un piccolo esercizio per iniziare a lavorarci
Ricordati che la maggior parte delle persone soffre della sindrome dell’impostore, esattamente come te. E se è vero che tanto lavoro va fatto su sé stessi, non è detto che non possiamo anche supportare gli altri.
Ti invito a rivolgerti a una tua cara amica, o una collega, o chi tu vuoi e farle notare quanto tu sia fiera di qualcosa che lei sta facendo, o farle notare quanto sia brava in qualcosa per trasmetterle energia positiva e supporto sincero.
Inoltre, mi piacerebbe aprire una conversazione con te: sentiti libera di scrivermi su Instagram o di scrivermi un’e-mail. Confrontiamoci su questo argomento, in quanto alla base del cambiamento positivo di cui parlo sempre e alla base di un lavoro di autostima fondamentale per la nostra crescita.
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