Come liberarsi dalla mentalità della dieta

Se mi conosci segui da un po' sai che la mentalità della dieta non mi appartiene. Vorrei dunque condividere con te la mia opinione su questo tema bollente, in qualità di Integrative Nutrition Health Coach ed esperta in nutrizione, ma anche come Francesca, veterana di diete autoinflitte ed ex-adepta della diet culture, ovvero della mentalità della dieta.

In questo articolo ti racconterò:

• Perché le diete non funzionano
• Perché mangiare sano non significa contare calorie
• I motivi fisiologici per cui le diete falliscono e perché riprendi tutto il peso perso con gli interessi
• I motivi psicologici per cui le diete non sono sostenibili nel lungo termin

Nell'episodio 3 del mio podcast Healthy Busy Life, parlo proprio di questo. Ascolta ora su Spotify cliccando qua sotto!

Gli effetti della mentalità della dieta sulla mia pelle

La tematica della mentalità della dieta è per me molto personale. Questo perchè ho provato sulla mia pelle il senso di fallimento e le conseguenze fisiche e psicologiche di intraprendere regimi alimentari restrittivi. Ne conosco le mille sfaccettature, la delusione, la poca autostima, i sensi di colpa, il dimagrire e sentirsi in controllo per poi ingrassare di nuovo e sentirsi completamente persa ed annullata.

Per anni, la dieta e la sua “mentalità” hanno controllato la mia vita, e non in maniera positiva.

Non sono mai andata da una nutrizionista o una dietologa in passato. Ancor peggio, mi sono autoinflitta diete inventate ed improvvisate, tutti tentativi disperati di accettare me stessa e di sentirmi in controllo. Ti racconto quindi un po’ della mia storia per darti speranza. Perché il mio rapporto attuale con il cibo è fantastico. Il cibo non è più una minaccia, ma la mia fonte di nutrimento e il mio carburante.  E basta.

Ci sono modi diversi di vivere il cibo anche quando l’obiettivo è perdere peso.

Perché le diete non funzionano

Dieta è un termine che nella nostra quotidianità utilizziamo più per una delle sue accezioni secondarie che non nel suo significato proprio. Benché significhi semplicemente “modo di alimentarsi”, il termine è più spesso riferito ad un regime calorico restrittivo che viene adottato temporaneamente con l’obiettivo di perdere peso. Mi riferisco a quest’ultima per quanto segue.

Le diete non funzionano per ragioni che riguardano la nostra fisiologia, ovvero il modo in cui il nostro corpo funziona, la loro natura ma soprattutto la nostra psicologia, ovvero il nostro approccio mentale nei confronti di questo regime alimentare restrittivo ed impegnativo.

In fisiologia uno più uno non fa due

Un grande errore della cultura della dieta é considerare il nostro corpo come un’equazione matematica. Anche se teoricamente, per perdere peso dovrei consumare meno calorie di quello che consumo mangiando di meno o facendo più attività fisica (o una rocambolesca combinazione delle due), nella pratica non è quasi mai così e ci sono molti più fattori in gioco. Come ripeto sempre, noi siamo un sistema complesso ed il nostro corpo è come un laboratorio chimico per cui reagiamo ad ogni cibo in maniera diversa.

Anche perché siamo biologicamente differenti, e cioè che beneficia l’uno potrebbe nuocere all’altro. Siamo infatti portati a pensare che un certo numero di calorie possa rappresentare un modo di mangiare sano e che, come un forno, il nostro corpo le bruci e le utilizzi secondo quantità e non secondo la loro qualità.

Non siamo una locomotiva a carbone: e ce lo insegna l’uomo primitivo

Pensi che l’uomo primitivo che non aveva assolutamente massa grassa ed era atletico ed in forma, contasse le calorie? Mangiare sano non è una questione di calorie, ma di cibi corretti, per i quali il nostro corpo è predisposto e il nostro organismo ha bisogno. Potremmo davvero affermare che 100kcal di spinaci e 100 kcal di nutella siano la stessa cosa? Il nostro corpo, qualora libero di scegliere e interessato al suo corretto funzionamento, saprà trovare la differenza: è tutta una questione di nutrienti.

Ma l’uomo primitivo ci lascia anche una grande eredità. Storicamente, nei periodi di scarsità, il nostro corpo si è evoluto per andare in “risparmio” energetico e mantenere comunque una certa efficienza. Cosa comporta questo per l’uomo moderno?  Mangiare meno del proprio fabbisogno per periodi prolungati rallenta il metabolismo, cosicché quando si torna a mangiare “normale” è ancora più semplice ingrassare. La scienza conferma infatti, che il 95% delle persone che si mettono a dieta riprendono i kg persi da 1 a 5 anni dopo.

Le diete non sono fatte per durare

Seguire una dieta rende la nostra vita impossibile e decisamente poco piacevole. Se mangiare sano significa controllare quanto mangiamo e pesare cibo e contare calorie, ma chi ha voglia di continuare a farlo per tutta la vita?

Al posto di una dieta, è dunque fondamentale trovare un approccio diverso all’alimentazione che sia sostenibile, piacevole ma che al contempo ci permetta di mantenere la nostra salute e controllare ogni cosa che mangiamo e contare calorie o pesare, non è la strada.

Se ciò che è in focus è sbagliato, ci sentiremo sbagliate

Seguire una dieta significa seguire regole rigide, innaturali e creano rigidità. Significa inoltre spesso aggrapparsi ad un numero: quello che si vorrebbe vedere apparire sulla bilancia e che è magari è ben lontano dall’essere un indicatore di salute.

Questo ci spinge in una mentalità radicale in cui tutto va cambiato subito e, qualora non riusciamo a adeguarci alle regole, stiamo riportando un fallimento. Con la conseguenza, che troviamo impedimento anche nella nostra realizzazione personale, entrando in un circolo vizioso di sensi di colpa, delusione e ossessione per il cibo.

Se c’è qualcosa che so bene, però, è che alla fine dei conti il numero sulla bilancia non è mai l’obiettivo finale. Con quel numero vorremmo trovare una soluzione a qualcosa di più profondo e complesso, con cui ancora non abbiamo fatto i conti.

Cosa significa liberarsi dalla mentalità della dieta

In primo luogo, significa accettare che “tutto e subito” è un paradosso quando la chiave dello stare bene con sé stessi sta nel conoscersi, nell’avere un approccio consapevole verso l’alimentazione e le scelte ad essa connessa e nel leggere indicatori che si manifestano meno chiaramente del peso sulla bilancia.

In secondo luogo, significa riconoscere che il nostro corpo è una macchina perfetta e che dobbiamo imparare a fidarci di lui. Mangiare sano non è mai restrizione. Quando diamo al nostro corpo ciò di cui ha bisogno, il nostro corpo sceglie per noi!

Se decidiamo di non mangiare qualcosa non dovrebbe essere perché è un cibo nella lista degli alimenti non permessi, ma perché scegliamo di farlo. Sapendo quello che ogni cibo fa al nostro corpo ed ascoltando il nostro corpo tutto diventa semplice e mai una restrizione.

Un’alimentazione equilibrata, prevede anche il dolce ogni tanto, o il piatto di fritto misto o il bicchiere di vino in compagnia di amici. Ed è possibile continuare a perdere peso, sentirsi bene con se stessi e godersi la vita stabilendo una buona relazione con il cibo. Quando si abbandona la mentalità del tutto o niente si abbraccia ed accoglie l’imperfezione. Un’imperfezione sana, fatta di eccezioni che viviamo con gioia. Che tu voglia perdere peso, sentirti meglio con te stessa, o semplicemente educarti a mangiare, ricorda: il cibo è qualcosa da celebrare.

Qual è il tuo rapporto con il cibo e con l’alimentazione? Scrivimi su instagram a @healthybusylife e parliamone!